UNIVERSITA’ FRANCESI IN RIVOLTA

Paris, 8 novembre 2007 – Molte
università francesi sono da giorni in mobilitazione. Al centro delle
rivendicazioni è soprattutto la cosiddetta legge Pécresse (dal nome del
nuovo ministro de l’Enseignement supérieur e de la Recherche Valérie
Pécresse), votata e approvata l’11 agosto e passata praticamente sotto
silenzio, ma si aggiunge anche la richiesta di un miglioramento delle
condizioni di vita degli studenti universitari (tasse meno care, più
alloggi). La legge Pécresse, legge relativa alle Libertà e alle
Responsabilità dell’Università (LRU) prevede che nell’arco di cinque
anni tutte le università giungano all’autonomia nel bilancio e nella
gestione delle risorse umane e inoltre prevede la possibilità che esse
diventino proprietarie dei loro beni immobiliari. In altre parole, la
legge prevede una progressiva e inesorabile privatizzazione delle
università (e dei saperi), la creazione, anche in Francia, di
università-imprese. E infatti gli studenti francesi in mobilitazione
hanno tra le parole d’ordine proprio la difesa di un’ istruzione
pubblica e la denuncia dei rischi di una università in cui solo i campi
di ricerca redditizi sarebbero finanziati, in cui i rettori si
trasformerebbero in menagers, in cui le università si farebbero
concorrenza tra loro.

Da qualche settimana in moltissime
università francesi si sono svolte partecipatissime Assemblee Generali
(AG) per discutere delle modalità con cui contrastare la legge
sull’autonomia. In alcune università si è votato per l’occupazione. Tra
queste la Sorbona (Paris IV) che è stata occupata martedì sera da un
centinaio di studenti, ma sgomberata dopo poche ore dalle forze
dell’ordine su richiesta del Preside (che ha poi anche decretato la
chiusura amministrativa). Stessa sorte è toccata mercoledì alla Tolbiac
(Paris I) e all’univesrità di Nantes. Mentre da stasera è occupata
l’università di Nanterre. Per ora si contano una trentina di università
in mobilitazione (tra le altre, quelle di Toulouse, Rennes, Lille,
Tours, Rouen, Caen, Strasbourg, Lyon, Nancy, Perpignan, Nantes). Fino a
questo momento l’intero movimento è gestito dal CECAU (Collectif
Étudiant Contre l’Autonomie des Universités), che raggruppa collettivi
di "extrême gauche" e che ha come primo obiettivo l’abolizione della
legge Pécresse. Per ora, il ruolo dell’UNEF (principale sindacato degli
studenti) è stato minimo e esso sta cercando di inserirsi solo ora, con
i suoi contenuti (ovvero la riforma radicale della legge, ma non la sua
abolizione) nel movimento, facendo continui richiami all’unità e alla
necessità di un ampliamento del movimento. L’UNEF si trova in una
situazione difficile da gestire in quanto, se da un lato è stato il
principale interlocutore del ministro in fase di elaborazione della
legge, d’altra parte non può certo lasciare interamente in mano al
CECAU il movimento che sta nascendo.
Nel pomeriggio in molte città
ci sono stati dei cortei, che se non ancora molto numerosi, qualche
migliaio di persone, sono però stati molto determinati, sfociati in
alcuni casi con blocchi stradali e/o ferroviari (Rennes e Parigi).

Se ancora
i numeri non sono paragonabili a quelli del movimento anti CPE, che
diciotto mesi fa ha stravolto la Francia, bisogna però considerare che
quello anti LRU è un movimento appena nato, in pieno evolversi (giorno
dopo giorno si aggiungono nuove facoltà in occupazione), che i cortei
di oggi sono stati pressoché organizzati con il passaparola, nessun
volantino o manifesto che lanciasse l’appuntamento e che per ora il
tutto è gestito senza l’UNEF. Ci sono quindi molte variabili in gioco,
tra di esse anche la possibile, da più parti già annunciata,
collaborazione con il movimento dei lavoratori dei trasporti non più di
tre settimane fa ha messo in atto uno sciopero che ha creato disagi
fortissimi, in particolare nella città di Parigi (dove il traffico
metro e RER è tornato normale solamente dopo una settimana) e che ha in
programma un nuovo blocco ad oltranza a partire da martedì 13 novembre
alle ore 20. In ogni caso il ricordo del movimento anti CPE è ancora
presente e viene ricordato pressoché in tutte le Assemblee Generali a
dimostrazione del fatto che "c’est dans la rue que tout se joue".
 
(fonte: www.infoaut.org
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2 Responses to UNIVERSITA’ FRANCESI IN RIVOLTA

  1. iopenso07 says:

    Salve ragazzi.. è stato per puro caso che vi ho trovato..sono il redattore del blog iopenso07, per i diritti universitari e tutte le magagne che ormai in ogni parte di Italia ci sono.. vuoi a causa degli enti preposti..vuoi a causa del ministero.. volevo proporvi uno scambio di siti amici, blogroll, o logo, per supportarci a vicenda. nella speranza che ci facciate una visita lasciando un commento di quel che ne pensate, vi faccio i complimenti per il blog ^^

  2. Gench says:

    La sorbona non é solo Paris-IV, la facoltà di scienze politiche é a Paris-I, e soprattutto lì che ci si muove.. ma vabbé, le forze a Parigi vengono soprattutto da Tolbiac e da Nanterre, le due università più mobilitate e in sciopero / occupazione!
    Ho postato un piccolo aggiornamento su indymedia.ch/it, a chi interessasse, domani nuona AG alla Sorbona e nuova occupazione a Tolbiac dopo la chiusura amministrativa di ieri..
    La lucha sigue!

    Gench

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